CENTOCELLE CITY MOVIES 2010
CENTOCELLE CITY MOVIES 2010
dal 13 luglio al 10 agosto |
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puntuale come ogni estate, torna
CENTOCELLE
CITY MOVIES 2010
il cinema all’aperto sotto le
stelle del parco del forte! doppio schermo!! inizio proiezioni ore 22.00 – prima del film cortometraggi autoprodotti INGRESSO LIBERO!!! |
PROGRAMMA *martedì 27 luglio ARENA PARCO DISTRICT 9 di Neill Blomkamp con Sharlto Copley, David James, Jason Cope, Vanessa Haywood, David James USA 2009) 112' ARENA CHIRINGUITO IL MIO AMICO ERIC di Ken Loach con Eric Cantona, Steve Evets, John Henshaw, Stephanie Bishop, Lucy-Jo Hudson GB/Ita/Fra/Belgio 2009) 116'
*giovedì 29 luglio
ARENA PARCO
AVATAR di di James Cameron
con Sam Worthington, Zoe Saldana, Sigourney Weaver, Stephen Lang, Michelle Rodriguez
(USA, GB 2009) 162′
ARENA CHIRINGUITO
AMABILI RESTI di Peter Jackson
con Mark Wahlberg, Rachel Weisz, Susan Sarandon, Stanley Tucci, James Michael Imperioli
USA/ Nuova Zelanda 2009) 135′
*martedì 3 agosto
ARENA PARCO
CADO DALLE NUBI di Gennaro Nunziante
con Checco Zalone, Dino Abbrescia, Giulia Michelini, Fabio Troiano, Raul Cremona
(Ita 2009) 114′
ARENA CHIRINGUITO
PUSHER di Nicholas Winding Refn
con Kim Bodnia, Zlatko Buric, Laura Drasbæk, Slavko Labovic, Mads Mikkelsen
(Denmark 1996) 105′
*giovedì 5 agosto
ARENA PARCO
SHUTTER ISLAND di Martin Scorsese
con Leonardo DiCaprio, Mark Ruffalo, Ben Kingsley, Michelle Williams,Patricia Clarkson
(USA 2010) 138′
ARENA CHIRINGUITO
IL CONCERTO di Radu Mihaileanu
con Aleksei Guskov, Dmitri Nazarov, Mélanie Laurent, François Berléand,Miou-Miou
(Fra/Ita/Roman/Belgio 2009) 120′
*martedì 10 agosto
ARENA PARCO
IL PROFETA di Jacques Audiard
con Tahar Rahim, Niels Arestrup, Adel Bencherif, Reda Kateb, Yacoubi
(Fra/Ita 2009) 150′
ARENA CHIRINGUITO
ALICE IN WONDERLAND di Tim Burton
con Mia Wasikowska, Johnny Depp, Helena Bonham Carter, Crispin Glover,Anne Hathaway
(USA 2010) 108′
Se il Cratere Si Rivolta
anno dal terribile sisma che ha sconvolto L’Aquila?
Accade che il peggior incubo di Berlusconi e i suoi sodali
prende corpo.
La popolazione ha smesso di subire passivamente le menzogne
del Governo e della Protezione Civile e
finalmente prende in mano il proprio destino. Sia passa
dunque alla terza fase, quella delle carriole ribelli, che è la logica
conseguenza delle precedenti. La prima, quella della spinta solidale
partita spontaneamente da tutta Italia, la seconda, quella del potere
assoluto e della pressione dei poteri forti per narcotizzare ogni forma
di dissenso con false promesse e autoritarismo a trentasei denti.
Ripercorriamo, con la prima iniziativa sulle "Nuove
Resistenze", il cammino che ha generato questa straordinaria presa di
coscienza, frutto del lavoro incessante e sotterraneo dei comitati
indipendenti, nati in seguito al terremoto.
Un racconto diretto, senza mediazioni, che si avvale delle
testimonianze di chi ha vissuto in prima persona i
dodici mesi che hanno cambiato per sempre la fisionomia di
una città e della sua gente. L’iniziativa, prevista per Sabato 10
Aprile al Forte Prenestino e promossa dalla Rete Antifascista
Metropolitana insieme ai
comitati "Epicentro Solidale" e "3e32", si inserisce nel
percorso di avvicinamento al 25 Aprile, che intende tracciare i profili
di quelle nuove forme di resistenza dal basso radicate nei territori.
Un lavoro di tessitura relazionale e politica per dare rilievo alla
"lunga marcia" che le Nuove Resistenze hanno intrapreso, per fornire
nuove letture di una "Festa della Liberazione" non limitata alla
commemorazione, ma calata nelle lotte sociali, innervata nel presente.
Letture, dialoghi, visioni e suoni
dalle h 18.00
– presentazione del libro:
Potere Assoluto, la Protezione
Civile ai tempi di Bertolaso
– di Manuele Bonaccorsi
– anticipazione del video
"Comando e Controllo"
di Alberto Puliafito [IKProduzioni]
– proiezione del video
"il popolo delle carriole"
di Luca Cococcetta
intervengono:
Antonello Ciccozzi, Ettore Di Cesare, Andrea Russo
[Action30], Alfonso De Vito [Comitati Chiaiano], Brigate della
Solidarietà Attiva, 3e32, Epicentro Solidale, R.A.M.
– presentazione del cd autoprodotto da ZRK e 3e32
VOCI DAL CRATERE
[post earthquake hip hop compilation]
a solleticare il palato un ricco "Aperitivo
Antisismico" a cura di ES
Live! dalle h 22
ZRK zona rossa crew (L’Aquila)
Anonima Krew
(L’Aquila)
FUOSSERA (Napoli)
Parole nude e crude, la verità di una realtà difficile senza
mezzi
termini, beat forti per arrivare fin dentro agli animi più
duri.
http://www.autistici.org/ram http://www.epicentrosolidale.org/ http://www.3e32.com/ http://www.action30.it/blog/ http://www.diariodallabruzzo.org/ http://www.libreriaflexi.it/potere-assoluto-di-manuele-bonaccorsi http://www.ikproduzioni.it/ http://www.lucacococcetta.it http://www.myspace.com/stespa http://www.myspace.com/anonimacrew http://www.myspace.com/fuossera
Tonight SABOT @ FORTEPRENESTINO
I Sabot sono in due: Hilary alla batteria e Christopher al basso.
Suonano uno stralunato punk-progressive giocato su tempi dispari, riff
sbilenchi, basso graffiante e batteria giocherellona
come un ipotetico
mix di Dysrhythmia, Primus, Minutemen ma che risulta solo "alla
Sabot".
Non siamo dalle parti dei power-duo alla Lightning Bolt, Hella e
altre band nervose e irruenti del genere,
ma come un band jazz-core
virata "riff" tendente a mandarti fuori sincrono al primo momento di
"orecchiabilità". "…lo hanno chiamato hardcore jazz, hard jazz,
bass’n’drums, jazzcore, punk’n’bass, scervellandosi in tutti i modi
per
catalogare un genere musicale che non potrà mai esserlo.
E’
l’esperienza di due giovani californiani che cominciarono più di 20 anni
fa con l’hardcore nelle vene
e l’anarchismo in testa, due grandi
musicisti che con solo basso e batteria richiamano le sinuosità jazz,
la
potenza dell’industriale, gli stacchi del punk, la velocità
dell’hardcore.
Due persone che, lasciata la loro crassa America si sono
da un decennio stabilite nella Rep. Ceca, a Tabor,
dove da anni
lavorano ad un centro (magnifico, in mezzo al bosco) che hanno
ristrutturato
in cui svolgere ogni tipo di attività non convenzionale.
Il progetto C.E.S.T.A. ogni anno svolge un festival tematico dei generi
più diversi, dall’esistenziale al sessuale,
aperto ad ogni forma di
espressione artistica. Per sostenere questo progetto, nonchè per loro
piacere personale,
i Sabot ogni anno svolgono un tour che da sempre si
dipana dall’Est più estremo all’Ovest, dalla Lettonia ai Paesi Baschi,
dall’Austria alla Cina…
Quasi cinque mesi di tour ogni anno, più di
10 cd autoprodotti, un book per festeggiare i 10 anni
con un cd di
cover di brani famosi…", ed ora un nuovo cd e un film documentario sul
loro tour in Cina,
ma soprattutto il loro XX°mo tour. La loro musica si
basa interamente sull’apporto della batteria e del basso effettato:
il
risultato è un genere che si muove con disinvoltura fra il punk, il
grindcore, il funk, il free jazz, rifuggendo ogni tentativo di
classificazione.
Se è possibile fare un paragone, il più immediato è
quello con i Naked City di John Zorn,
che hanno infiammato la scena
newyorkese dei primi anni ‘80.
Tecnica e potenza, tempi dispari,
sincopi e stacchi brutali: la musica dei Sabot è un gioco di incastri
e
costruzioni matematicamente perfette e, allo stesso tempo, un vorticoso
turbine adrenalinico.
STASERA DALLE 22,30 A FORTE PRENESTINO C.S.O.A. ROMA
18/3 ZAPRUDER #21 @FORTEPRENESTINO
18 MARZO AL PUB 12 DE TUTTO
0RE 19 (circa)
presentazione del numero ventuno di Zapruder
rivista di storia della conflittualità sociale.
RITORNO AL FUTURO
movimenti, culture e attivismo negli anni '80
intervengono:
Beppe de Sario (curatore del numero), Federica Paoli (tra le autrici),
Giuliano Santoro (Carta), Duka, Franzisko
11/feb ‘I Semi Del Suicidio’ a Forte Prenestino
giovedi 11 febbraio
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a cura dell’Infido Infoshop dalle ore 19,30 aperitivo e presentazione del libro
di Vandana Shiva – a cura di Laura Corradi – Odradek Edizioni
intervengono: Laura Corradi, Ambra Pirri (giornalista e scrittrice), Giuseppe Barbera (docente di colture arboree),
Piero Pagliani (filosofo, collaboratore dell’Università di Calcutta),
Vandana Shiva (Dehra Dun, 1952)
Fisica di formazione, è conosciuta nel mondo come scienziata ambientalista.
Nel 1993 vince con Ralf Nader il premio Nobel alternativo per la pace
come presidente dell’International Forum On Globalization. Attiva
contro contro il neoliberismo, ha scritto molti libri, tradotti anche
in italiano, tra cui: Sopravvivere allo sviluppo 1990, Monoculture
della mente 1995, Biopirateria. Il saccheggio della natura e dei saperi
locali 1999, Vacche sacre e mucche pazze 2001, Le guerre dell’acqua
2004, India spezzata 2008.
Dirige la Res and Ecology e il progetto per la biodiversità, Navdanya.
Laura Corradi (Milano, 1960)
Insegna ‘Sociologia della Salute e dell’Ambiente’ e ‘Studi di Genere’ all’Università della Calabria.
Ha pubblicato diversi testi tra cui: Il tempo rovesciato, Il rischio
dell’amore, Le città just-in-time, Nuove Amazzoni, Sociologia e
Globalizzazione, Salute e Ambiente.
Il libro (dalla quarta di copertina):
libro parla dei costi ecologici ed umani del neoliberismo, del suicidio
di decine di migliaia di contadini, ed è la sintesi di più sforzi di
ricerca, studi indipendenti, inchieste sindacali, dati ufficiali e
fonti giornalistiche, risultato di un impegno della Research Foundation
on Science, Technology and Ecology (Rfste), diretta da Vandana Shiva.
Quattro attori sul palcoscenico: stato, banche, multinazionali e
contadini avvolti in una spirale – letale per questi ultimi.
Le
multinazionali con le loro diramazioni a livello locale, si sono
garantite una distribuzione capillare di sementi ibride transgeniche, e
tirano le fila del prestito ad usura.
L’agricoltura industrializzata diviene una economia della guerra delle
multinazionali contro i contadini: l’esistenza di brevetti sulle
sementi implica un controllo sociale che solo uno stato di polizia può
assicurare, e dove i contadini diventano i criminali.
Proprio le sementi Ogm stabiliscono un limite – e un crinale di rischio
– imposto dal capitale all’intera umanità, non soltanto agli
agricoltori che si ritrovano a coltivarle.
Con gli Ogm, infatti, la logica implacabile del profitto spezza la
riproduzione stessa della vita per consegnarne le chiavi all’industria
capitalistica. Ovvero ai suoi successi, ai suoi fallimenti, alle sue
crisi finanziarie.
Queste sementi non si riproducono con la coltivazione. Bisogna produrle
in fabbrica. Un prodotto bioingegneristico sbagliato o un crunch
creditizio potranno dunque interrompere in qualsiasi momento il ciclo
riproduttivo ormai de-naturalizzato e consegnarci una carestia
direttamente proporzionale all’espansione raggiunta dalle coltivazioni
Ogm.
Il suicidio di massa dei contadini indiani anticipa perciò in qualche
misura questa corsa al suicidio dell’umanità consegnata mani e piedi al
modo di produzione capitalistico e interroga ultimativamente la cultura
dell’Occidente.
Il suicidio è segno di insuccesso della società: indica il fallimento
di un sistema basato sull’egoismo, un modo di produzione della
ricchezza che antepone il profitto di pochi al benessere generale.
il video:
"La grazia e la violenza" è basato su un’intervista a Mahasweta Devi
(candidata indiana al Nobel per la Pace) conversazione commentata dalle
drammatiche immagini del conflitto nel Bengala Occidentale (India): una
lotta drammatica dei contadini di Singur e Nandigram contro i progetti
di esproprio dei loro terreni per far posto a multinazionali indiane e
straniere, che ha visto episodi raccapriccianti e veri e propri
massacri totalmente ignorati dai media.
TO SHOOT AN ELEPHANT
Una delle poche testimonianze visive di quanto successo a Gaza nel dicembre 2008 e
MERCOLEDI 27 GENNAIO
inizio proiezioni ore 21.30
.
PER NON DIMENTICARE.
A un anno dall’operazione “Piombo Fuso”, l’attacco militare israeliano
a Gaza che ha causato 1500 morti e più di 5000 feriti, la popolazione
palestinese nella Striscia vive ancora oggi una situazione drammatica.
Il numero delle vittime continua a salire, non cessano le incursioni
militari israeliane nel territorio, si soffre la fame e manca di tutto,
dal cibo alle medicine ai beni di prima necessità.
Un embargo pesantissimo impedisce l’arrivo degli aiuti e la ricostruzione.
Ogni tentativo di spezzare l’isolamento palestinese viene ostacolato;
la Gaza Freedom March, iniziativa internazionale cui hanno aderito più
di 1500 persone con l’obiettivo di rompere l’assedio della Striscia,
è stata fermata in Egitto e le è stato impedito di proseguire.
Nonostante la fine ufficiale delle operazioni di guerra poco è cambiato.
“To shoot an elephant”
è un film-documentario di Alberto Arce e Mohammad Rujeilah, premiato lo
scorso novembre al Festival dei Popoli di Firenze, e presentato in
tutto il mondo in occasione dell’anniversario
dei bombardamenti israeliani su Gaza.
Le immagini del film sono una delle poche testimonianze visive di
quanto successo a Gaza nel dicembre 2008 e gennaio 2009, quando si
scatenò l’offensiva nel silenzio quasi completo dei media.
Soltanto il corrispondente di Al Jazeera trasmetteva, via TV e social
network, immagini sconosciute al resto del mondo, ignaro, indifferente
o semplicemente “impedito” da Israele a mandare giornalisti sul posto
per documentare quando accadeva. Alberto Arce, spagnolo, era lì a Gaza
e le immagini di “To shoot an elephant” sono la sua testimonianza.
Arce, consapevole del problema “distributivo” di cui le immagini su
Gaza hanno sofferto e soffrono ancora, ha deciso di rilasciare il suo
film sotto licenza Creative Commons per permettere a chi fosse
interessato,
nel mondo intero, di scaricare legalmente il film, copiarlo,
proiettarlo in pubblico, distribuirlo, tradurlo, alla sola condizione
di citarne la fonte originaria e rilasciare il prodotto finale sotto lo
stesso tipo di licenza.
In questo modo Arce e Rujailah stanno diffondendo il loro film ovunque,
e il 18 gennaio scorso è stata organizzata una proiezione globale, in
contemporanea in diverse città, con lo scopo di commemorare il massacro
di Gaza e invitare il mondo a non dimenticare.
Noi del forte, anche se un po’ in ritardo, vogliamo sostenere il film e partecipare all’iniziativa.
Il film è scaricabile legalmente:
http://thepiratebay.org/torrent/5249337/To_shoot_an_elephant
JAZZin FORTE: RITA MARCOTULLI live
VENERDI 22 GENNAIO
Rita Marcotulli live
Rita Marcotulli è una pianista jazz, una delle più richieste
a livello internazionale, ma non solo questo. Assembla, arrangia, inventa,
come tutti quelli che suonano il pianoforte e scrivono musica. Il suo
progetto piano solo (inciso in un disco del 2006 The light side of the
moon)
è la storia di una confidenza, un perdita dei sensi intima e privata.
Non vuole essere compresa attraverso gli strumenti della tradizionale
logica di lettura della musica. Presenta un live che si basa su una precisa
pratica musicale fatta di narrazione e "versatilità consapevole",
la natura sostanziale del Jazz.
http://italia.allaboutjazz.com/php/article.php?id=845
http://italia.allaboutjazz.com/italy/reviews/r0303_013_it.htm
http://www.ejn.it/mus/truffaut.htm
poi…
HOT CLUB DE ZAZZ swing
e freestyle a finire……
JAZZ’in FORTE
Una rassegna che si basa su una programmazione di qualità (dallo swing al free jazz) e sulla realtà
di uno spazio libero e indipendente.
Un’espressione di quello che il jazz è stato da sempre:
una rottura con gli schemi stretti della cultura dominante.
3° Coppa Italia Antiproibizionista – Cannabis Cup –
Sabato 5 dicembre 2009,
il centro sociale occupato autogestito Forte Prenestino
e Cannapionieri uniti
presentano la 3° Edizione della Coppa Italia Antiproibizionista.
E' sotto gli occhi di tutt@ che la situazione in Italia sia drammatica,
a tratti grottesca.
Vengono chiusi spazi di libertà, creatività e socialità, si attua una
repressione a 360 gradi volta a controllare, schedare e chiudere in
carcere persone colpevoli
soltanto di non voler rinunciare alla propria libertà di scelta.
Quando non finiscono addirittura uccise dalla bestiale violenza del
braccio armato della legge, come Stefano, come Aldo, come Aldro.
Uno sforzo repressivo che ha come unico risultato quello di riempire
carceri e tribunali e difendere il fatturato annuo delle narcomafie.
E non è tutto.
Grazie alla Fini-Giovanardi, che con la Bossi-Fini ci spinge
sul podio dei paesi più repressivi, si nega a migliaia di persone la
possibiltà di partecipare ad un festival reggae,
adducendo come giustificazione che questo tipo di musica istiga a
drogarsi.
Noi, in questo scenario oscurantista e medioevale, la nostra scelta
l'abbiamo fatta.
Continuiamo a gridare a gran voce che il proibizionismo è un serial
killer, che non porta a nulla di positivo, che non risolve alcun problema.
Anzi, lo trasforma in tragedia.
Insieme a tutti gli antiproibizionisti del globo terracqueo e oltre,
vogliamo festeggiare e premiare le migliori autoproduzioni dell'anno,
zumpando, fumando e rilassandoci al concerto della leggendaria Villa Ada
Crew, accompagnata
dai Roots in
the sky.
Il proibizionismo è un serial killer. Ricordando Aldo Bianzino, Federico Aldrovandi, Stefano Cucchi e tutte le vittime di una legge infame e liberticida.