Israeli Goods

 

 

 

Malgrado le sue
recriminazioni sull’ostilità dei media, Israele gode di grande
considerazione in Europa. Non soltanto gli israeliani sono molto
presenti nell’immaginario occidentale, ma gli Occidentali hanno preso
l’abitudine di considerarci – noi israeliani- come una parte di
loro stessi, per lo meno tanto quanto qui in medio oriente, siamo una
specie di ultima versione di pied noirs.

Questa
identificazione con Noi funziona ancora meglio per via della cultura
dell’olocausto , che offre al nuovo europeo, nel contesto della fine
della storia , una versione migliore della sua stessa identità a
fronte del passato coloniale e del presente post-coloniale.

Preoccupato
davanti alla massa degli immigrati musulmani legali e
illegali,l’Europeo di oggi ha adottato il nuovo Ebreo come un Altro
rassicurante, moderno, amico del progresso, senza barba, senza
cernecchi, la cui donna non indossa abiti tradizionali e non nasconde
i capelli- per fortuna, questi nuovi Ebrei non hanno niente in comune
coi loro avi. In breve, questo Altro simpatico è abbastanza simile
al Me europeo, sempre ostile a tutti quelli che non gli somigliano,
che non si vestono come lui o che non si conformano ai suoi valori.
(…)"


(cit.dall’introduzione di: Il nuovo filosemitismo europeo e "il campo della pace" in Israele-  di
Ytzhak Laor


ed. Le Nuove Muse)


 


 

(…)

"La maggior parte dei paesi
membri delle nazioni unite si sono liberati dal passato coloniale. Le
loro popolazioni discendono da popoli che hanno vissuti veri e propri
genocidi in Africa in Asia in America Latina. Non c’e’ nessuna
ragione per cui la commemorazione del genocidio degli ebrei debba
occultare la memoria di milioni di africani o d’ indiani d’ america
massacrati dall’occidente civile quando è arrivato a invadere i loro
continenti. Eppure è un fatto che non esiste una giornata
internazionale per commemorare lo sterminio degli indiani d’America, e
neppure per il commercio degli schiavi(…) non c’è giornata
internazionale per ricordare cosa si è permesso di fare l’uomo
bianco a persone di razze differenti in America Africa e Asia.

Orbene, il 1° novembre
2005, sessant’anni dopo la sua fondazione da parte dei vincitori
della seconda guerra mondiale, l’assemblea generale delle Nazioni
Unite ha deciso che, a partire dal 2006 il 7 gennaio sarà il giorno
della shoah, una giornata di commemorazione mondiale. (…)

Nella cultura occidentale
il genocidio degli ebrei è ormai considerato un episodio storico che
si racconta da sempre. Sembra fuoriuscire dal nulla, ma la sua
narrazione produce un’impressione di continuità come se fosse stata
continuamente ripetuta fin dall’evento stesso. Si ignorano le
rotture, si trascurano i cambiamenti, non si dice perchè
“improvvisamente” siamo stati vittime di un genocidio.(…)"


 


(cit. ibidem)


 


 

 http://www.opappece.it/boicott/elenco%20prodotti.htm

 

http://www.eltamiso.it/newsletters/ELENCO%20MERCI%20BOICOTTAGGIO%20ISRAELE.pdf

 

 

 



 

 

 

 

Corso d’italiano per stranieri

 

All’infido Infoshop è stato attivato un

 

CORSO DI ITALIANO GRATUITO

per donne e uomini

 

 

lunedi mercoledi giovedi h.19.00/21.00
FREE
NON SERVONO DOCUMENTI!!!!!!!
 
 
 

 non perdere la testa.. passa all'infoshop!!!!
 
 
 
 

 


 

Forte Prenestino 14/5 Channel One (uk)

 

 

                                                              

 

DUBASS sound SYSTEM

ven 14 naggio 2010: DUBASS AND DUBBLETRACK
presentano CHANNEL ONE SOUND SYSTEM from uk @FORTE PRENESTINO -ROMA-

 

 

 

 




 

 

 

Forte DB -FortePrenestino on the radio-

 

.E NON
DIMENTICAtE  FORTE DB  LA tRASMISSIONE DI FORTE PRENEStINO MARTEDI DALLE 15,35 ALLE 16,30 SUI
103,3OO DI RADIOPOPOLARE ROMA


 

CLICCA SUL ‘PIANETA FORTE’
PER ASCOLTARE LE PUNTATE
 

 

 

 

 

 

 

 



 

 

 

24/4 LE FONTI DELLA RIBELLIONE

 

sabato 24 aprile 

Csoa forte prenestino e
RAM – Rete Antifascista Metropolitana presentano


LE FONTI DELLA RIBELLIONE


Il popolo NO TAV, l’acqua libera e chi combatte contro le
nocività, per dissetarsi alle sorgenti delle Nuove Resistenze.
dalle 18.00: letture – dialoghi – visioni – suoni
alle 22.30 proiezione del documentario: Il Cartun
d’le Ribelliun
(Italia, 2008, 85′) "Da Venaus a Roma a passo
d’uomo"
alle 24.00 nel pub "12detutto": Francesco De Carlo in ECCESSIVA
LOQUACITA’

Sara’ possibile firmare per il referendum contro la
privatizzazione dell’acqua pubblica

PROGRAMMA

letture – dialoghi – visioni – suoni dalle h18:00

intervengono:
prof. Claudio Cancelli (ex docente Politecnico di Torino)
Luca Ferrero (Movimento NOTAV)
Valentina Cancelli (Assessore alla cultura del comune di
Villar Focchiardo)
Vincenzo Miliucci (Coordinamento anti-nucleare del Lazio)
Marco Filippeti (Rete noturbogas Aprilia)
Coordinamento romano acqua pubblica

alle 22:30 proiezione del documentario:
Il Cartun d’le Ribelliun (Italia, 2008,
85′)
"Da Venaus a Roma a passo d’uomo" di Adonella Marena (sarà
presente l’autrice)

alle 24:00 nel pub "12detutto":
Francesco De Carlo in
Eccessiva loquacità
il lato comico della satira
Un monologo dissacrante e divertente come un dito in un
occhio per chi non vuole ridere a occhi aperti.

A solleticare il palato aperitivo Antifa a cura della RAM


Durante
l’iniziativa sarà possibile firmare per i referendum contro la
privatizzazione dell’acqua.

Con "Le fonti della ribellione" si conclude il primo ciclo
di iniziative organizzate dalla Rete Antifascista Metropolitana
dedicate
alle Nuove Resistenze.

L’incontro di Sabato 24 Aprile al Forte Prenestino è
dedicato al fenomeno dei comitati territoriali che negli ultimi anni
sono fioriti in tutta Italia. Cittadine e cittadini che affrontano con
passione temi vitali legati allo sfruttamento dei territori che si
riflettono inevitabilmente nei sistemi macro-economici e sociali.

Saranno presenti i comitati NO TAV della Valle di Susa, il
cui continuo lavorìo è uno degli esempi più concreti di opposizione
alle logiche di sfruttamento dell’ecosistema a danno della
cittadinanza. Un esperimento di partecipazione dal basso che ha
ispirato molte altre realtà, combinando nel proprio intervento
l’ampissima condivisione dei saperi all’ incisività dell’azione
diretta.
Le loro testimonianze aiuteranno a capire meglio le radici
della ribellione e offriranno una lettura in prima persona degli ultimi
eventi della Valle, regolarmente distorti dai media ufficiali. Ad
arricchire la discussione parteciperanno diverse realtà: i comitati
impegnati nella battaglia per l’acqua pubblica, un movimento
trasversale in crescente ascesa che, al pari di altre realtà,
restituisce dignità al "fare politica"; il coordinamento antinucleare
del Lazio, in prima fila contro l’ipotesi che vede la nostra regione
candidata ad ospitare una delle nuove centrali nucleari; il comitato
contro la turbogas di Aprilia, un movimento che da anni è la voce della
volontà popolare contro una "grande opera" che rischia di devastare
quel territorio.

Il contesto in cui si trovano ad operare questi movimenti è
quello della messa a valore, da parte dei potentati economici, del
territorio come risorsa produttiva da utilizare per generare un
profitto. Le popolazioni locali invece ribadiscono il carattere di
"bene comune" sia del territorio fisicamente intese sia delle mille
relazioni sociali, culturali, produttive che il territorio stesso
esprime e che in quanto tali vanno salveguardate e sviluppate al di
fuori di ogni logica di mercato.
D’altra parte vediamo invece, per giustificare le grandi
opere, il continuo utilizzo del concetto di "emergenza" con cui
giustificare provvedimenti normativi di natura autoritaria che
disegnano sempre nuovi "stati di eccezione" che aprono la strada alla
possibile militarizzazione dei territori, alla criminalizzazione del
dissenso e alla riduzione del conflitto territoriale a problema di
ordine pubblico. Si veda l’intenzione sbandierata dal governo di non
voler tenere conto del parere sia delle
popolazioni, sia degli stessi enti locali, per quanto
riguarda la localizzazione dei nuovi siti nucleari.

Anche questo evento, come i precedenti dello stesso ciclo,
contribuisce al lavoro di tessitura relazionale e politica per dare
rilievo alla “lunga marcia” che le Nuove Resistenze hanno
intrapreso.
Un percorso di riflessione ed analisi per fornire nuove
letture di una “Festa della Liberazione” non limitata alla
commemorazione, ma calata nelle lotte sociali, innervata nel presente.



OCCHIROSSI: Contest Antonio Salerno Piccinino

 

Contest Antonio Salerno Piccinino

Raccontare la crisi comincia da uno sguardo.

Contest di fotografia dedicato ad Antonio Salerno Piccinino
*

Ora c’è un solo libro del mondo: la crisi. Crack, collasso del
sistema, recessione globale, capitalismo selvaggio, globalizzazione,
mercati finanziari, speculazioni, privatizzazioni e ancora
disoccupazione, licenziamenti, cassa integrazione. Ma davvero la causa
di questo tracollo economico sono stati il fallimento dei famosi mutui
subprime americani sulla casa e gli investimenti rischiosi delle banche
che hanno creato un esercito di manager banditi?

Le parole sembrano rincorrersi per cercare di descrivere la navicella
che sta affondando. Freddi numeri e cicliche statistiche si impongono
nella comunicazione pubblica. Dietro ci sono storie di vita di uomini e
donne sfrattati, licenziati, precarizzati che a volte per farsi
ascoltare devono salire sui tetti. Le città si trasformano, le agenzie
del lotto si riempiono, le aziende chiudono. C’è chi grida all’ottimismo
come psicofarmaco e chi combatte la solitudine collettiva giocando a
win for life sognando una rendita fortuita.

La crisi sta diventando la nuova narrazione del potere?

Ma adesso, ora, qui, come la raccontiamo noi?, quali immagini, quali
sguardi di occhi visionari, quali interpretazioni possono riuscire a
dipingere quello che sta accadendo?

*
Antonio

era un pony express, il contratto di lavoro era
scaduto a fine dicembre e formalmente, quando è morto sulla Cristoforo
Colombo non gli era ancora stato rinnovato.

Antonio era in nero. Il suo lavoro era quello di corriere addetto ai
ritiri presso gli ambulatori veterinari, percorreva sulle strade di Roma
130Km al giorno. 14 ritiri al giorno, 3 euro per ogni ritiro in città, 5
euro per ogni ritiro oltre il Grande Raccordo Anulare e 6 euro per ogni
ritiro nella zona mare comprendente Ostia, Torvajanica e Fiumicino.

E’ Indispensabile andare veloce perché l’equazione è semplice:
aumentare il numero di ritiri per aumentare la propria busta paga.

E’ così che è morto Antonio. Ma Antonio non era affatto il suo
lavoro, anzi. Era un ragazzo pieno di vita e di sogni. Antonio era un
ragazzo di ventinove anni consapevole dei meccanismi di sfruttamento che
era costretto a subire, era un precario che lottava quotidianemente
contro la precarietà del lavoro e della vita. Il giorno in cui è morto,
quel 17 Gennaio del 2006, Antonio Salerno Piccinino
stava lavorando e faceva una consegna straordinaria, un favore personale
ad uno dei suoi dirigenti, un viaggio fino ad Ostia improvvisato
probabilmente per la voglia di dimostrare affidabilità.

Antonio è morto perchè andava troppo veloce a causa dei ritmi
inarrestabili e delle pressioni emotive costanti che ci vogliono
disponibili, sorridenti e veloci, sempre.

OCCHI ROSSI e il “Comitato
no morti sul lavoro
” propongono un Contest di
Fotografia
sul vasto tema del clima di crisi che stiamo tutti
attraversando per rifletterlo con un linguaggio fotografico.

Il Contest è dedicato alla memoria di Antonio Salerno
Piccinino
*.

Il materiale fotografico raccolto servirà a produrre:

  • uno slideshow che verrà proiettato durante il Festival OCCHI ROSSI
  • una mostra fotografica che rimarrà nella disponibilità del Comitato
    no morti sul lavoro
    e che verrà fatta girare, nei contesti e
    nelle situazioni ritenute idonee, per sensibilizzare l’opinione
    pubblica sul fenomeno della crisi e sulle sue conseguenze

Clicca sul banner e vai al sito



Fucina Antiautoritaria

 CLICCA SUL MANIFESTO  PER IL PROGRAMMA

 

 

 Verità per Stefano Cucchi

Finora
siamo stati in silenzio, ora non possiamo più tollerare questa
situazione. Non abbiamo parole per quanto sta accadendo, sono fatti
gravissimi che ci portano a non capire che cosa stiano facendo i
consulenti medici nominati dalla Procura.
Trapelano da loro informazioni su improbabili e ridicoli referti secondo i quali una frattura sarebbe una malformazione e l’altra pregressa. Ora ci viene riferito dai
nostri consulenti dell’esistenza di nuove lastre del
Fatebenefratelli, che documenterebbero la frattura coccigea, oltre a
quella di L3. Non occorre essere professori per accorgersi della loro
esistenza. I medici del Fatebenefratelli le hanno subito individuate
e diagnosticate e per quelle hanno tentato di curare Stefano. La Tac
è stata effettuata da mesi e noi continuiamo a spendere centinaia di
euro per ritirare cd che non contengono ciò che serve ai nostri
consulenti. La prima autopsia è stata fatta così bene che si è
dovuto farne una seconda, proprio per consentire gli accertamenti
radiologici. Vorremmo che qualcuno ci spiegasse perchè non riusciamo
ad avere la Tac e le fotografie effettuate in sede di seconda
autopsia». «Abbiamo chiesto ai pm, per i quali continuiamo ad avere
fiducia e rispetto di interrompere le operazioni peritali finchè
non ci verrà consegnata la Tac. È stato asportato un pezzo di
nostro figlio e i nostri consulenti non sono ancora in grado di
stabilire dove prelevare il tessuto per l’esame istologico. Adesso
basta! Chiediamo che si ponga fine a questa situazione che, se non
avesse a che fare con la morte di nostro figl
io, definiremmo una
pagliacciata.”

Giovanni e Rita Cucchi