Roma, via del Corso. Durante
una serata di metà gennaio lo shopping è turbato dai bombardamenti. E’
guerra nel centro, a due passi dal parlamento. Una simulazione per
scuotere le menti narcotizzate dalla menzogna. Coscienze paralizzate
dalla parzialità di "quasi" tutti i mezzi di informazione, dal muro di
vergogna che nasconde il massacro in corso nella Striscia di Gaza.
E’ PaNik AttAck!
Perché la popolazione palestinese abbia un futuro.
Perché l’umanità possa ancora considerarsi tale.
cosa è successo
Giovedi’ 15 gennaio Sport Sotto Assedio e altre realta’
autorganizzate di Roma si sono date appuntamento a largo Goldoni
accanto al presidio contro l’invasione di Gaza,
e hanno inscenato con suoni di guerra fumo botti e sangue
una breve rappresentazione di cio’ che succede
nella striscia di Gaza in questi giorni.
Una rappresentazione di guerra bombardamenti e morte di cui
alcune foto si possono vedere nel post all’indirizzo:
http://roma.indymedia.org/node/7420
L’azione a nostro parere riuscita bene,
ha scosso i distratti passanti dello shopping pomeridiano
di via del Corso.
Peccato per il gravissimo fuori programma finale:
poco dopo la fine dell’azione una compagna
e’ stata seguita e aggredita mentre andava a comperare
una bottiglia d’acqua per i performers.
Due "tipacci" si sono avventati su di lei
colpendola in testa da dietro,
utilizzando anche un manganello telescopico e trascinandola a terra.
L’unica frase che gli infami hanno pronunciato e’:"a merda…!"
Lei e’ riuscita a parare un paio di calci e a divincolarsi
correndo ad avvertire chi era ancora presente al presidio.
Le due merde sono riuscite a scappare approfittando probabilmente
della rete fognaria.
Ci siamo chiesti chi potevano essere questi due.
Fascisti e’ molto difficile visto il loro interesse antisemita.
Le "Donne in Nero" che quotidianamente partecipano al presidio, ci hanno riferito che quasi tutti i giorni ricevono provocazioni
e minacce da personaggi riconducibili alla comunità ebraica romana.
Ci sara’ un legame?
Sicuramente a noi non ci faranno passare
la voglia di continuare con determinazione a denunciare
i crimini perpetrati dal governo di Israele.
STOP OCCUPATION – FREE PALESTINE