Mario Guarino, già autore dei Mercanti del Vaticano
(dettagliatissimo reportage sulle scorrerie finanziarie della Chiesa
cattolica), ci propone ora una biografia “non autorizzata” sul santo e
agitatore politico più in voga del momento.
All’epoca della recensione questo volume era noto come Beato impostore. Successivamente è subentrata la santificazione di Francesco Forgione e il libro ha cambiato nome in Santo impostore.
Il lavoro di Mario Guarino si basa soprattutto su fonti cattoliche:
libri agiografici, entusiasti oltre ogni limite, e documenti
ecclesiastici: quasi sempre, invece, dai contenuti particolarmente
negativi nei confronti di padre Pio.
Guarino accumula così un’impressionante mole di notizie che
rendono il frate delle stimmate un personaggio terreno, assolutamente
terreno nei suoi comportamenti, tale da rendere veramente discutibile
la sua beatificazione anche da un punto di vista fideista: dalle finte
malattie per evitare il trasferimento in un convento sgradito alle
raccomandazioni per evitare il servizio militare.
Non manca, all´interno del testo, la dettagliata ricostruzione di
una strage avvenuta nel 1920 a San Giovanni Rotondo, che causò
addirittura 11 morti e un centinaio di feriti, e causata da un gruppo
di “Arditi di Cristo” dell´entourage del frate per protestare contro la
legittima vittoria nelle elezioni comunali del partito socialista.
Di particolare interesse, inoltre, le pagine dedicate alla
c.d. “Operazione Candelabri”: per impedire il trasferimento del frate:
il podestà fascista e un avventuriero suoi sodali fecero stampare
all´estero un libello diffamatorio nei confronti delle gerarchie
vaticane. Il ricatto andò a segno e padre Pio poté tornare alle sue
normali attività.
Non manca neanche, nel 1957, una truffa miliardaria rifilata dal
solito “buon finanziere cattolico” ai cappuccini di San Giovanni
Rotondo. Frati legati al voto di povertà che, abbagliati dalla promessa
di lucrosi tassi d´interesse nell´ordine del 70 per cento, vengono
raggirati senza che i tanto millantati poteri soprannaturali fossero di
alcun aiuto al futuro santo al fine di scongiurare l´imbroglio.
Nel racconto l´abilità dimostrata nello sfuggire a ogni
verifica scientifica delle fantomatiche stimmate riconduce,
inoppugnabilmente, la vita di padre Pio a quella di un comune mortale,
con i suoi vizî (tanti) e le sue virtù (discutibili).
Gli ultimi due capitoli sono dedicati al business legato al cappuccino.
L´ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza”, fondato dal
frate, dopo le sue disavventure finanziarie nel corso degli anni
Settanta che costrinsero il Vaticano a intervenire, è ora una struttura
di potere politico che incassa, annualmente, diversi miliardi dallo
Stato e dalla Regione Puglia, diversi dei quali girati (come
provvigione?) al Vaticano stesso. La magistratura ha avviato delle
indagini sulla vicenda.
Quanto al convento, si narra degli otto miliardi affidati dai fedeli
per costruire una nuova chiesa e svaniti nelle mani dell´ennesimo “buon
finanziere cattolico”, delle concessioni edilizie concessegli in deroga
al Piano Regolatore, nonché del business legato a souvenir e gadget
varî: un mercato, del resto, fiorito molti anni prima, vivo il padre,
con il mercimonio – invero “pulp” – delle pezzuole di stoffa usate per
tamponare le sue stimmate insanguinate.
Un libro molto documentato, quindi: una voce fuori dal coro
che fa emergere, sullo sfondo, un´Italia culturalmente arretrata, con
una parte della popolazione che non vuole o non riesce a uscire da una
realtà intrisa di superstizione.
…ecco perchè!!!