Contest Antonio Salerno Piccinino
Raccontare la crisi comincia da uno sguardo.
Contest di fotografia dedicato ad Antonio Salerno Piccinino
*
Ora c’è un solo libro del mondo: la crisi. Crack, collasso del
sistema, recessione globale, capitalismo selvaggio, globalizzazione,
mercati finanziari, speculazioni, privatizzazioni e ancora
disoccupazione, licenziamenti, cassa integrazione. Ma davvero la causa
di questo tracollo economico sono stati il fallimento dei famosi mutui
subprime americani sulla casa e gli investimenti rischiosi delle banche
che hanno creato un esercito di manager banditi?
Le parole sembrano rincorrersi per cercare di descrivere la navicella
che sta affondando. Freddi numeri e cicliche statistiche si impongono
nella comunicazione pubblica. Dietro ci sono storie di vita di uomini e
donne sfrattati, licenziati, precarizzati che a volte per farsi
ascoltare devono salire sui tetti. Le città si trasformano, le agenzie
del lotto si riempiono, le aziende chiudono. C’è chi grida all’ottimismo
come psicofarmaco e chi combatte la solitudine collettiva giocando a
win for life sognando una rendita fortuita.
La crisi sta diventando la nuova narrazione del potere?
Ma adesso, ora, qui, come la raccontiamo noi?, quali immagini, quali
sguardi di occhi visionari, quali interpretazioni possono riuscire a
dipingere quello che sta accadendo?
Antonio
era un pony express, il contratto di lavoro era
scaduto a fine dicembre e formalmente, quando è morto sulla Cristoforo
Colombo non gli era ancora stato rinnovato.
Antonio era in nero. Il suo lavoro era quello di corriere addetto ai
ritiri presso gli ambulatori veterinari, percorreva sulle strade di Roma
130Km al giorno. 14 ritiri al giorno, 3 euro per ogni ritiro in città, 5
euro per ogni ritiro oltre il Grande Raccordo Anulare e 6 euro per ogni
ritiro nella zona mare comprendente Ostia, Torvajanica e Fiumicino.
E’ Indispensabile andare veloce perché l’equazione è semplice:
aumentare il numero di ritiri per aumentare la propria busta paga.
E’ così che è morto Antonio. Ma Antonio non era affatto il suo
lavoro, anzi. Era un ragazzo pieno di vita e di sogni. Antonio era un
ragazzo di ventinove anni consapevole dei meccanismi di sfruttamento che
era costretto a subire, era un precario che lottava quotidianemente
contro la precarietà del lavoro e della vita. Il giorno in cui è morto,
quel 17 Gennaio del 2006, Antonio Salerno Piccinino
stava lavorando e faceva una consegna straordinaria, un favore personale
ad uno dei suoi dirigenti, un viaggio fino ad Ostia improvvisato
probabilmente per la voglia di dimostrare affidabilità.
Antonio è morto perchè andava troppo veloce a causa dei ritmi
inarrestabili e delle pressioni emotive costanti che ci vogliono
disponibili, sorridenti e veloci, sempre.
OCCHI ROSSI e il “Comitato
no morti sul lavoro” propongono un Contest di
Fotografia sul vasto tema del clima di crisi che stiamo tutti
attraversando per rifletterlo con un linguaggio fotografico.
Il Contest è dedicato alla memoria di Antonio Salerno
Piccinino*.
Il materiale fotografico raccolto servirà a produrre:
- uno slideshow che verrà proiettato durante il Festival OCCHI ROSSI
- una mostra fotografica che rimarrà nella disponibilità del Comitato
no morti sul lavoro e che verrà fatta girare, nei contesti e
nelle situazioni ritenute idonee, per sensibilizzare l’opinione
pubblica sul fenomeno della crisi e sulle sue conseguenze
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