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nel parco intorno al Forte Prenestino.
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Stupisce come le autorità scoprano solo oggi la gravità di una situazione degenerata ormai da anni.
L’ultima volta che denunciammo il degrado presente nel parco che cinge
il Forte Prenestino risale al Gennaio 2007, quando un giovane
marocchino venne assassinato poco distante da dove stanotte è avvenuta
la sparatoria.
Fu in quell’occasione che decidemmo di consegnare al Municipio un
dossier completo di documentazione fotografica, reclamando una
illuminazione accurata del parco e l’immediata bonifica del fossato che
circonda il Forte, dove la vegetazione inestricabile è sfruttata da
alcuni disperati dediti – fra l’altro – allo spaccio.
Il dossier, registrato dall’ufficio di protocollo municipale, non ha
suscitato nessuna reazione, proprio come le tante comunicazioni verbali
presentate in precedenza.
Ad orologeria invece le dichiarazioni dei consiglieri di Alleanza
Nazionale, che soffiano sul fuoco dell’emergenza, cercando di
coinvolgere la nostra occupazione ventennale in una storia che non ci
riguarda, anzi.
La sicurezza che tanto reclamano i soliti "giustizieri della notte" non
si ottiene con le mastodontiche operazioni di polizia – peraltro
infruttuose – che abbiamo visto durante questa convulsa nottata, ma
tutelando quotidianamente uno spazio come quello del Parco di via delle
Palme, che, privo di illuminazione e delle dovute cure del servizio
giardini, diventa col buio un luogo pericoloso e inaccessibile.
Pericoloso e inaccessibile sarebbe stato anche il vecchio Forte
Prenestino, se molte persone non avessero deciso di occuparlo,
rendendolo con gli anni un luogo organizzato ed ospitale, aperto tutti
i giorni, fruibile in modi diversi sia dagli abitanti del territorio,
che dalle migliaia di giovani che vivono in questa metropoli. Un luogo
dove le molte culture si confrontano e sperimentano nuove forme di
convivenza tesa a costruire un mondo diverso e possibile.
Ricordiamo che chi vive in questo posto rischia quotidianamente la
propria incolumità (risale a pochi giorni fa l’ultimo "confronto"
fisico con chi approfitta delle condizioni del parco per arrichirsi) a
causa di una distorta interpretazione della sicurezza che si esprime
solo per reprimere gli effetti senza mai affrontarne le origini.
Respingiamo con fermezza il tentativo di trascinare il Centro Sociale
Occupato Autogestito Forte Prenestino in vicende generate da politiche
proibizioniste anacronistiche, che favoriscono il consolidamento delle
multinazionali del narcotraffico intente a sfruttare la disperazione
degli "ultimi della terra" per accumulare ricchezze e potere.
Reclamiamo con forza la costruzione di un tavolo partecipato dalle
istituzioni e dalle realtà sociali di Centocelle, per affrontare
pubblicamente le questioni relative alla riqualificazione del parco
intorno al Forte Prenestino.
c.s.o.a. Forte Prenestino
Roma, 16 / 06 / 2008